Luglio 2021. Genova città intera. Geranio. Polveriera. Genova di ferro e aria, mia lavagna, arenaria. Così inizia una celebre poesia/litania di Giorgio Caproni dedicata alla sua città, ed è così che l’abbiamo trovata nella nostra ultima visita, accattivante come il geranio, resistente come il ferro, ma anche fragile come sabbia. Una visita di dovere per partecipare al X Congresso Nazionale Slow Food, ma che ci ha riportato, dopo alcuni anni d’assenza, ad immergerci inconsapevoli in questa città faticosa, suggestiva, tormentata, palpitante, disperata.
Questa storia inizia su Facebook
Una strana storia è quella che ci ha condotto in questa piccola osteria (la Taverna di Colombo) nascosta nel dedalo di caruggi medioevali nella parte antica, a ridosso della zona portuale. L’amicizia nata attraverso Facebook con l’oste, portata avanti tenacemente, ha creato il collegamento fino all’occasione propizia e, finalmente, ci siamo incamminati con la prenotazione in tasca verso una cena dai tratti misteriosi ma dalle vivaci aspettative.
Una cena perfetta
E’ facile perdersi senza telefono-navigatore in mano in queste stradine così ricche di fascino, popolate da artisti da strada, botteghe improbabili, abitanti multietnici. Sicchè, dopo aver attraversato Vicolo Nicaragua, Viuzza Marrakech, Piazzetta Senegal e Contrada Tunisi, abbiamo raggiunto la Taverna di Colombo, osteria tipica genovese.




Un locale molto semplice e tranquillo: un banco del caffè e dei liquori in cui, tra i vari ammennicoli, troneggia la foto del comico Macario giovanissimo (omaggio all’arte del sorriso), pochi tavoli, luce soffusa ed un’atmosfera rilassata. L’oste, piccolo e barbuto, ci ha accompagnato con premura nel percorso gastronomico proposto dalla cucina: panissa grigliata con pomodorini confit, muscoli (cozze) al verde, polpose alici marinate, taglierini con gamberi e ciliegie bio, minestrone genovese dal sapore intenso, cefalo dell’Oro alla ligure, gustosa palamita in oliocottura.
Una cena così morbida e gustosa ha meritato la conclusione col dessert: ganache al cioccolato con frutti di bosco e melone con gelato alla mandorla. Il tutto accompagnato da vino bianco proveniente dal vigneto ligure di un caro amico dell’oste: gradevole e privo di effetti secondari.
E Chet Baker in sottofondo
Le gustose alici entrano piacevolmente nelle note diffuse dalla tromba di Chet Baker in sottofondo, gli avventori chiacchierano pacatamente nel rispetto del cibo e della musica, l’oste saluta tutti con un timido sorriso di arrivederci.
Ho provato a parlare.
Giorgio Caproni
Forse, ignoro la lingua.
Tutte frasi sbagliate.
Le risposte: sassate.