
Il 23 giugno 2022 inauguriamo il primo mercato biologico e certificato della città di Bologna, nello spazio del Dopolavoro ferroviario (DLF – ingresso in Via Serlio). In collaborazione con il Locomotiv club, sono ben 8 i piccoli produttori artigiani, agricoltori e allevatori, che partecipano il giovedì dalle ore 17.00 alle ore 21.00. E’ possibile acquistare frutta e verdura, pane, salumi, formaggi, miele e altro ancora a chilometro zero!
Quali sono i produttori certificati del Mercato bio?
Ecco i nostri produttori certificati:
- Società agricola Le capre della selva romanesca, certificata dal Consorzio ICEA
- Azienda agricola pollo Samoggia di Nicolo Ruggeri, certificata da SUOLO E SALUTE S.r.l.
- Azienda agricola Scarpellini Matteo, certificata da BIOAGRICERT S.r.l.
- Azienda agricola Ferraroni Lucia, certificata da BIOAGRICERT S.r.l.
- Società agricola Il grifo di Bonacini e Catellani, certificata da SUOLO E SALUTE S.r.l.
- Società agricola Apicoltura Stanzani, certificata dal Consorzio ICEA
- Azienda agricola Holerilla, certificata da CCPB S.r.l.
- Società agricola Camurein, certificata da BIOAGRICERT S.r.l.
Certificazione o non certificazione?
Il via libera al Ddl sul biologico in agricoltura (pur con le sue storture e tagli) ci ha dato lo spunto per riflettere insieme ai nostri produttori e soci sull’opportunità o meno della certificazione quando si parla di agricoltura biologica.
Intanto occorre fare chiarezza: l’agricoltura biologica è stata riconosciuta dall’Unione Europea attraverso i regolamenti CE n. 834/2007 e CE n. 889/2008. I punti principali sono:
- l’assenza di prodotti chimici di sintesi (fertilizzanti, diserbanti, insetticidi, anticrittogamici) per la concimazione dei terreni, per la lotta alle piante infestanti, ai parassiti animali e alle malattie delle piante;
- il divieto di organismi geneticamente modificati (OGM);
- il ricorso a pratiche tradizionali, essenzialmente preventive, per selezionare specie locali resistenti alle malattie e intervenire con tecniche di coltivazione adeguate.
Il cammino intrapreso dall’agricoltura biologica per farsi riconoscere è stato lungo e pieno di intoppi: dai pionieri che un secolo fa osarono difendere il valore della biodiversità culturale e biologica, come i movimenti indigeni in America Latina, Giappone e India, ai primi anni ’70 con la fondazione di IFOAM – Organics International che aveva e ha l’obiettivo di sviluppare un sistema di certificazioni affidabile, sostenuto da normative governative.
Come anticipato, è solo a marzo 2022 che l’agricoltura biologica è diventata oggetto di una legge specifica, valorizzando quel 16,6% della superficie già coltivata bio, spalancando le porte al 75% di territori collinari e montuosi – con microclimi ancora benevolenti – ideali per le colture biologiche. Che tutto il mondo ci invidia.
Eh già: perchè per poter scrivere “prodotto da agricoltura biologica” occorre essere certificati da un ente riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Come previsto dalla normativa europea che descrive gli aspetti tecnici della produzione, dell’etichettatura, del controllo, la certificazione copre tutti i livelli della filiera produttiva.
A tutela del consumatore, non solo chi produce, ma anche chiunque venda prodotti marchiati come biologici (freschi o trasformati, nei mercati contadini, all’ingrosso o al dettaglio), infatti, deve essere sottoposto al controllo, con ispezioni in loco.
Facciamo squadra per sostenere l’agricoltura biologica
Le certificazioni, dall’altra parte, sono onerose per i piccoli produttori che non sempre riescono a sopportarne il peso. (Possono anche sembrare ingiuste perchè chi produce in modo intensivo, facendo largo uso di chimica di sintesi non è sottoposto a troppe verifiche).
Ecco perchè siamo particolarmente felici di questo primo mercato bio certificato: perchè è la dimostrazione che chi vuol bene alla terra e ai suoi abitanti, è anche disposto a collaborare con gli Enti certificatori per sostenere l’agricoltura biologica nel suo complesso, garantendo integrità e trasparenza. Si impegna sulla via dell’innovazione sia sociale che tecnologica. Pensa a criteri di sostenibilità più ampi, attraverso alleanze con movimenti e organizzazioni come la nostra che da oltre 30 anni si batte per applicare i principi dell’ecologia e dell’approccio sistemico all’agricoltura, dal campo al piatto.
Soprattutto siamo orgogliosi di questo mercato in un’area così centrale abitata da tante famiglie, studenti, nuovi cittadini perchè è importante sottolineare che la buona agricoltura, quella che ha a cuore la salute umana, il benessere animale e la rigenerazione del Pianeta, è alla portata di tutti.
Solo con il bio possiamo sperare di ringiovanire l’agricoltura, renderla attrattiva ed evitare l’abbandono delle terre, liberarla dalla morsa dello sfruttamento intensivo e della chimica industriale.