In qualità di ambasciatori per il Patto europeo per il clima, siamo stati invitati a raccontare la nostra esperienza sulla food policy per Bologna all’Evento Impact elevating, il giorno 4 luglio alle 17.00.
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Ma cosa andiamo a raccontare?
Ripercorreremo insieme gli ultimi mesi della nostra Associazione, da quel lontano giugno 2020 abbiamo iniziato a ragionare intorno al nostro sistema di produzione e consumo di cibo in città, collassato a causa del COVID. La nostra piccola comunità di agricoltori e volontari ha mostrato tutta la sua solidarietà portando il cibo sulle tavole di chi aveva difficoltà, di chi ne aveva bisogno. Con sempre maggiore chiarezza abbiamo compreso che dovevamo – e dobbiamo – ri-progettare il modello di approvvigionamento alimentare. Guardando alle culture rigenerative, all’economia sociale e di prossimità, alla tradizione culturale, gastronomica e alle soluzioni più avanguardistiche.
Così il 2 settembre 2020 abbiamo avviato una conversazione con enti e associazioni del territorio intorno alla possibilità di intraprendere un cammino comune chiamato “food policy o politica alimentare”, dalla pianura agli Appenini. Un percorso di innovazione sociale, nel quale il cibo è una lente attraverso cui guardare i legami sociali, le istanze culturali e le vocazioni economiche.
I mercati contadini di comunità
Da allora i nostri mercati contadini sono diventati un vero e proprio luogo di ascolto e discussione, che ci ha permesso di raccogliere tantissime informazioni, dati e visioni di produttori e di consumatori. Grazie ai produttori abbiamo compreso senza filtri quanto i cambiamenti climatici stiano pericolosamente incidendo sul mondo agricolo e sul paesaggio rurale: come consumatori abbiamo stretto legami più forti con la terra e chi la coltiva. Questo ha nutrito il senso di appartenenza alla comunità e il rispetto per i suoi frutti, riducendo plastica, spreco e rifiuti, ottimizzando le risorse e aumentando la domanda di prodotti biologici, stagionali, a km0. Il che si è tradotto in un sistema economico votato alla salute delle persone e dell’ambiente, di prossimità, che tutela anche i piccoli produttori con ricadute sociali a corto raggio, che valorizza il territorio rurale e i servizi ecosistemici che fornisce.
Insieme alla nostra comunità abbiamo elaborato e messo a disposizione sul nostro sito 5 linee di indirizzo strategico, in continuità con le indicazioni dell’Unione Europea, dei 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile e del Patto di Milano sulle politiche alimentari, a cui il Comune di Bologna ha aderito nel 2015.
Leggi la nostra proposta di food policy Nutrire Bologna 2030
Raccordo con le politiche internazionali, nazionali e locali, educazione alla cittadinanza globale ed educazione al gusto, formazione interdisciplinare e multidisciplinare, lotta allo spreco alimentare, cultura gastronomica, turismo lento, riduzione degli impatti ambientali nella catena di produzione e consumo, innovazioni strategiche: di tutto questo abbiamo ragionato con oltre 27 associazioni, istituti di ricerca, amministrazioni e cittadini.
La nostra visione è rurale
Si parla sempre di città intelligenti, resilienti ma pochissimo di campagne, di entroterra. Come se urbanità e ruralità fossero ancora in una novecentesca opposizione. Possiamo immaginare e disegnare una visione della campagna autonoma, che non sia al servizio della metropoli? Possiamo darle pari dignità e opportunità? Ogni volta che acquistiamo un cibo, compiamo una scelta anche politica nell’una o nell’altra dirazione. E ogni volta possiamo fare la differenza.
Comprendere il cibo nella sua complessità e nelle sue relazioni sistemiche per ridurre il suo impatto verso una società a zero emissioni è la nostra missione. Alla portata di tutti, un pasto alla volta.