Giornata Mondiale dell’acqua 2021
Proviamo a immaginare, in un ipotetico non lontano futuro, di svegliarci al mattino, aprire il rubinetto del lavandino e di renderci conto che non esce acqua.
Oppure di infilarci in bagno per una doccia ristoratrice e accorgerci che non è più possibile godere del benefico getto di acqua calda. Beh, pazienza, useremo l’acqua nelle bottiglie di plastica. No, finita anche quella! Anche quelle più costose, Perrier e Bling e quelle provenienti dalle isole Fiji!
Potremmo ripiegare su altri liquidi: vino, birra, succhi d’arancia o …. Coca Cola. Di quella ce n’è in quantità.
I tecnici ci spiegano che oltre che essere dannose per la salute, l’uso di tali bevande per l’igiene personale sarebbe controproducente. Che incubo! E allora scaviamo enormi buchi nella crosta terrestre per cercare nuove falde sotterranee e facciamo sciogliere i ghiacciai sulle montagne più alte ed il pack dei circoli polari, finché… ci si rende consapevoli che l’acqua, l’elemento più semplice e naturale del mondo, è finita.
Alcuni dati importanti
Eppure oltre il 70% della Terra è ricoperta dal mare, ma è acqua salata per il 97,5%, mentre solo il 2,5% è dolce. Inoltre quest’ultima è per gran parte intrappolata nelle falde sotterranee a grandi profondità oppure congelata nelle croste polari. Alla fine solo lo 0,3% di tutta l’acqua presente sul Pianeta è accessibile per gli usi e i consumi antropici, ma non è distribuita in modo omogeneo. Sulla terra vi sono vaste regioni desertiche e con scarsità idrica, sicché quasi un miliardo di persone non hanno accesso ad acqua potabile, mentre 2 miliardi di persone vivono in Paesi soggetti a forte stress idrico. E questo è uno di motivi principali dei flussi migratori.
L’Istat certifica che il volume immesso nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile è pari a 8,3 miliardi di metri cubi, pari a 375 litri al giorno per abitante, pur con notevoli differenze tra le diverse regioni. Tuttavia solo una quota minoritaria della disponibilità idrica raggiunge direttamente le nostre abitazioni per dissetarci e consentirci di lavarci quotidianamente. Un terzo si disperde nel terreno a causa delle perdite della rete idrica, e la gran parte viene utilizzata dall’industria e dall’agricoltura per i beni di consumo.
Perchè una giornata mondiale dedicata?
Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day). Questa ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 ed è prevista all’interno delle direttive dell’Agenda 21, risultato della conferenza di Rio.
Il tema di quest’anno è il legame tra acqua e cambiamenti climatici. L’obiettivo della giornata è sensibilizzare Istituzioni mondiali e opinione pubblica sull’importanza di ridurre lo spreco di acqua e di assumere comportamenti volti a contrastare il cambiamento climatico. In questo particolare periodo storico la pandemia da Covid-19 ha stravolto ogni programmazione dell’evento mondiale, ma ha anche arricchito i suoi contenuti fornendoci spunti di riflessione sul diritto alla salute e sui nostri comportamenti individuali. La gestione sicura dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari, quali elementi fondamentali di difesa dalla minaccia virale, vengono oggi considerati addirittura più rilevanti degli antibiotici e delle altre cure in corso di studio.
È ormai un dato scientificamente consolidato e sotto gli occhi di tutti il fatto che il cambiamento climatico continua a intensificarsi, con lunghi periodi di carenza di piogge alternati ad altri di precipitazioni violente e devastanti.
Quanta acqua consumiamo?
Lo sapete che per ottenere 1 chilo di carne bovina sono necessarie in media 15.400 litri di acqua? Per 1 chilo di carne di maiale circa 4000 litri di acqua? Per 1 chilo di pasta circa 1900 litri d’acqua?
Ormai circa il 50% dell’uso di acqua è appannaggio degli allevamenti e dell’agricoltura intensiva. È fondamentale, quindi, considerare una food policy per affrontare in modo sistemico l’uso delle risorse idriche, nella consapevolezza che gli obiettivi sostenibili sono intrinsecamente legati all’acqua e ai cambiamenti climatici. Il miglioramento delle pratiche di gestione delle risorse idriche può contribuire ad aumentare la resistenza alle variabili climatiche, migliorare la salute degli ecosistemi e ridurre il rischio di catastrofi legate all’acqua.
È doveroso fare tutti uno sforzo per contribuire alla soluzione del problema.