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Gli insetti nel piatto (parte 1)

di Nicolò de Trizio

Qualche anno fa abbiamo sperimentato una cena a base di insetti. Abbiamo superato la diffidenza ed il disgusto iniziale soprattutto perché ispirati dalla curiosità, anche perché, da quello che abbiamo letto, centinaia di milioni di persone nel mondo si nutrono regolarmente con questi prodotti biologici. Guardando le schede tecniche di alcuni di essi abbiamo constatato l’elevato contenuto proteico e di fibre, con prevalenza di grassi insaturi rispetto a quelli saturi: quindi si tratta di alimenti nutrienti e sani se, ovviamente, allevati e trattati secondo le dovute regole igieniche.

La popolazione mondiale sta aumentando: mangeremo insetti?

Si sa che la popolazione mondiale aumenta senza sosta sicchè, nel 2050, dovrebbe superare i 9,7 miliardi di persone: la produzione alimentare dovrà adeguarsi di conseguenza. Da quando la FAO ed altre organizzazioni internazionali hanno cominciato a sostenere ufficialmente l’uso degli insetti a scopo alimentare come una delle soluzioni per sfamare buona parte della popolazione mondiale in modo sostenibile, l’argomento ha cominciato ad interessare ricercatori, operatori alimentari, start-up ma anche chef e ristoratori.

Gli insetti fanno parte delle tradizioni alimentari!

Nel mondo esistono tante famiglie di insetti edibili come per esempio Coleotteri e Ortotteri (locuste, grilli, cavallette), Aracnidi e ormotteri (cicale), ecc. Molti di questi sono consumati tradizionalmente in Asia e in Africa.

E’ storia dimenticata che anche in Europa ed in Italia il consumo di insetti era una pratica non del tutto esclusa. Infatti in alcuni Paesi, fra cui l’Italia, nel 1800 non era infrequente mangiare i maggiolini ed altri scarabei. Vincent Holt nel 1885 scrisse, non senza una sottile vena ironica, di aver provato ad assaggiare i maggiolini e che le casalinghe lo consideravano un “dono del cielo” per rompere la monotonia quotidiana della tavola. Nel 1884 Giovan Battista Villa (scultore ed antiquario genovese) raccontava che i villanelli della Lombardia erano soliti catturare maggiolini per succhiarne le interiora. Alcuni documenti di fine ‘800 ci tramandano che in quell’epoca in alcuni ristoranti francesi era possibile gustare la zuppa di maggiolini.

Ma cosa dicono la legislazione europea e quella italiana?

In realtà oggi nei paesi occidentali esistono pregiudizi culturali difficilmente superabili in tempi brevi. Le legislazioni europee fino a pochi anni or sono non consentivano il consumo di insetti come alimento umano. Alcuni paesi, quali Belgio e Olanda, semplicemente tolleravano il commercio di tali prodotti mediante specifiche legislazioni permissive nella somministrazione di alcune specie di insetti edibili, peraltro allevate in strutture autorizzate e nel rispetto delle norme di sicurezza comuni a tutti gli altri alimenti. Inoltre in questi Paesi sono in atto da alcuni anni programmi di ricerca sulle applicazioni alimentari degli insetti. In Italia la distribuzione ed il commercio di insetti a scopo alimentare fino al 2021 non era prevista espressamente dall’ordinamento giuridico nazionale e non era tollerata.

In tempi non lontani cene con menu a base di insetti commestibili organizzate da ristoranti su territorio nazionale si sono concluse anticipatamente per l’intervento degli operatori delle AUSL. Fortunatamente le entomo-cene a cui abbiamo personalmente partecipato non si tenevano in locali pubblici ma nel privato dove la tolleranza è stata maggiore.

Dal 2018 la Comunità Europea ha inserito gli insetti nei cosiddetti novel food, i quali per entrare in commercio devono ottenere l’autorizzazione dell’EFSA (European Food Safety Authority) che ne valuta la sicurezza per l’essere umano. La conclusione è stata che tale novel food è sicuro se utilizzato nei modi e nelle quantità indicate, pur segnalando possibilità di allergie in alcuni soggetti predisposti (allergie preesistenti agli acari della polvere ed ai crostacei). Quest’anno è giunto il via libera alla commercializzazione del primo insetto per l’alimentazione umana da parte dell’Unione Europea, la “tarma della farina”. Quindi fra breve tempo troveremo in commercio nei negozi e nei ristoranti tale nuovo alimento sotto forma di prodotto essiccato intero, come snack o farina per la preparazione di prodotti alimentali. La decisione formale della Commissione Europea rientra nella strategia Farm to Fork, nell’ambito delle azioni volte a promuovere i sistemi alimentari sostenibili a basso impatto ambientale che possono sostenere la transizione verde della produzione alimentare UE.

Ti abbiamo incuriosito? Vuoi sapere cosa ne pensano gli chef? Leggi qui la seconda parte.

(foto di Jeremy Zero)