fbpx Acqua da mangiare – Slow Food Bologna

Acqua da mangiare – Slow Food Bologna

Perché un titolo così contraddittorio?
Perché gli alimenti sono fatti di acqua e cibandocene assumiamo la loro acqua; ma questo è solo la punta di un iceberg, ovvero solo la piccola parte che possiamo facilmente immaginare, quello che “c’è sotto” è l’acqua che viene utilizzata per produrre quel cibo.

Siamo bombardati da mille numeri che ci dicono quanti litri di acqua servono per produrre 1 kg di questo o di quest’altro bene, si sta sviluppando una nutrita “numerologia” da fare invidia alla cabala ebraica, che spesso tende a mettere in cattiva luce l’acqua utilizzata per produrre cibo, tacendo del quantitativo abnorme che serve per produrre qualsiasi bene, oppure minimizzando sostenendo che spesso si tratta di acqua che ritorna utilizzabile nel reticolo fluviale, tacendo del peggioramento qualitativo che subisce.

Allora è necessario spiegare che l’acqua impiegata per fare cibo noi ce la mangiamo, entra nel nostro corpo per veicolare la vita, e perché no…. ci dà pure il piacere di mangiare qualcosa di buono, cotto o crudo che sia. Per noi di Slow Food potrebbe già bastare, ma volendo allargare lo sguardo teniamo allora bene in mente che l’85% del made in Italy agroalimentare deriva da agricoltura irrigua e stiamo parlando di un valore che nel 2020, solo per l’export, vale 46 miliardi di euro e contribuisce al 25% del Prodotto Interno Lordo.
Questi dati economici provengono da chi si occupa di garantire l’approvvigionamento idrico per l’irrigazione delle colture: i consorzi di bonifica, che in Emilia-Romagna gestiscono più di 20.000 km di canali.
Tra questi, il Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo (CER), oltre a costruire l’omonima opera idraulica che preleva l’acqua del Po per approvvigionare le province nordorientali e la Romagna, si occupa di ricerca e divulgazione scientifica per coniugare risparmio idrico e produzione agricola, in un percorso virtuoso tutt’altro che scontato.
Da qui nasce Acqua Da Mangiare, un’iniziativa estesa a tutto il territorio regionale promossa da ANBI (l’associazione che raggruppa i consorzi di bonifica) e CER, in collaborazione con i principali portatori di interesse della regione: a cominciare dall’Autorità di Bacino del Po, le Organizzazioni Professionali Agricole, il Ministero dell’Istruzione per citarne alcuni, per finire a Slow Food, che chiude il cerchio del cibo Buono Pulito e Giusto.

La particolarità di Acqua da Mangiare sta nel target individuato negli studenti delle scuole superiori, non strettamente provenienti dalle professionali agricole, anzi privilegiando proprio le altre scuole per puntare ad una educazione la più ampia possibile. L’altra particolarità del progetto è di fare leva sulla Peer Education, ovvero ogni iniziativa parte da un workshop, al cui termine le classi saranno chiamate a ideare e realizzare alcuni contenuti per i CANALI SOCIAL di “Acqua da Mangiare” così da raccontare ai propri coetanei l’esperienza vissuta e le tematiche apprese tramite post e stories.
Gli studenti diventeranno, per le due settimane successive al workshop, CO-AUTORI DEL PROGETTO, gestendo, insieme ai professori, la pagina Facebook e il profilo Instagram dell’iniziativa, in base alle indicazioni ricevute al termine dell’incontro.
Il tour di Acqua da Mangiare, che consta già di alcuni eventi tenutisi nelle province di Piacenza, Ferrara e Reggio Emilia, fa tappa martedì 27 aprile all’ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “ARRIGO SERPIERI“ dove sarà impegnata, tra gli altri, la fiduciaria della condotta Slow Food di Bologna Antonella Bonora, con una relazione sul “cibo da quarantena” che affronta la delicata questione dell’alimentazione in tempi di distanziamento sociale e di reclusione casalinga degli adolescenti a stretto contatto con il proprio frigorifero, ci sarà anche uno spazio gastronomico ludico a cura del cuoco (come ama definirsi lui) Franco Santoli cuoco dell’Alleanza dei cuochi Slow Food e patron del ristorante il Bassotto di Porretta Terme, a cui spetterà l’arduo compito di mettere d’accordo cibo di montagna con cibo irriguo, spesso coltivato in pianura.

Un impegno che gli organizzatori e Slow Food intendono portare avanti anche il prossimo anno in collaborazione con il Provveditorato scolastico regionale per raggiungere in maniera originale ed innovativa il maggior numero possibile di adolescenti per conquistarli ad una alimentazione consapevole di quegli aspetti nutritivi, ma anche agricoli, che troppo spesso vengono ignorati e sui quali da anni si batte Slow Food.

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La Condotta di Bologna è attiva dal 2005 ed è la custode del movimento Slow Food all’ombra delle due torri.


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