Bologna, 2 novembre 2021. Slow Food Bologna in qualità di Ambasciatrice per il Patto sul Clima dell’UE chiede al nuovo Sindaco Matteo Lepore un incontro per proseguire la conversazione avviata sull’opportunità di adottare una food policy per la città.
La COP26 di Glasgow è in corso e l’urgenza di azioni per contrastare gli effetti del clima che cambia è nell’agenda politica. Come noto, nel 2020, Slow Food Bologna ha trasmesso al Comune di Bologna la food policy Nutrire Bologna 2030. Perchè? Per accogliere le indicazioni della Farm to Fork della Commissione europea, del Green New Deal e declinare i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU a scala di area metropolitana, dalla pianura agli Appennini.
Obiettivo principale della food policy Nutrire Bologna 2030: creare un tavolo di co-progettazione con tutti gli attori che si occupano di cibo (produttori, consumatori) per discutere le azioni da mettere in campo seguendo 5 linee strategiche. Secondo Slow Food Bologna, è possibile costruire una economia più sociale e di prossimità guardando le logiche di produzione, distribuzione e consumo attraverso il cibo buono, pulito e giusto; è possibile avviare la transizione da un modello agricolo predatorio, impattante e nocivo per la salute a un modello agro-ecologico, oltre la sostenibilità.
“Dobbiamo aiutare la Natura a ri-generare le proprie risorse a beneficio della biodiversità (e non soltanto per noi esseri umani). Non possiamo solo riparare i danni e minimizzare gli impatti. Dobbiamo fare di più: dobbiamo metterci al fianco della Terra e seguire i suoi ritmi” così il Comitato di Condotta di Slow Food Bologna.
“La food policy è uno degli strumenti che la città metropolitana può mettere in campo per rendere consistente il suo impegno per la mitigazione e l’adattamento. Il modello – prima sociale e poi economico – che Slow Food Bologna ha realizzato e contribuisce a sostenere, nel corso dei suoi 16 anni, da quando è stata fondata nel 2005, ha dato prova, durante il periodo pandemico più difficile, di resistenza e coraggio. Artigiani agricoli e piccoli produttori, insieme alle cooperative sociali e ai ristoratori nonchè ai volontari della comunità all’ombra delle due torri hanno assicurato il cibo sulle tavole di chiunque ne avesse bisogno.”
Come? Attraverso la condivisione degli stessi valori e strumenti, come ben ha raccontato la troupe del quotidiano El Pais, che dalla Spagna è venuta ad ascoltare le storie di ordinaria socialità di Slow Food Bologna.
“Vogliamo lavorare al fianco delle Istituzioni locali, delle altre associazioni del terzo settore, delle cooperative, dei movimenti e delle aziende per la food policy, che vorremmo fosse messa nell’agenda politica del Sindaco Lepore il prima possibile. Seguiamo i lavori di Glasgow con attenzione, visto anche il ruolo che ricopriamo come Ambasciatori per il Patto sul Clima, così come partecipiamo, attraverso Slow Food Europa al dibattito sulla PAC a Bruxelles: ci adoperiamo affinchè la Terra e i suoi frutti abbiano voce nelle prossime progettualità locali” – prosegue il Comitato di Condotta di Slow Food Bologna.
“Gli eventi a cui quotidianamente assistiamo richiedono cambiamenti non più incrementali ma strutturali. Il nostro modello rigenerativo, basato sulla comunità può essere un esempio, così come gli altri modelli con cui abbiamo dialogato in città. Ora tocca al Sindaco eletto raccogliere ciò che noi come altre associazioni, movimenti e cooperative abbiamo seminato e farlo fiorire.”